Secondo Peragine e Fontana (2011) sulla differenza di spesa in istruzione delle regioni è necessario considerare diversi fattori e fare differenza tra i diversi livelli scolastici.
Per quanto riguarda i differenziali regionali, la spesa è in larga parte legata alla consistenza numerica dei docenti. Il livello di spesa per istruzione in ciascuna regione (come quantificato dai Conti pubblici territoriali per il 2007) è strettamente legato al numero di docenti utilizzati per fornire il servizio, quindi il problema di comprendere le differenze di spesa tra regioni può essere risolto studiando la diversa consistenza regionale del personale docente. Nella scuola primaria la Puglia ha il più basso numero di docenti per alunni, seguita dalla Campania e dalle Marche. La Sardegna, il Piemonte e la Basilicata presentano il numero più elevato. Il ricorso al tempo pieno è un fattore decisivo per spiegare il maggior numero di cattedre attivate a parità di classi: maggiore è la domanda di tempo pieno e più elevato è il numero di cattedre da attivare a parità di classi. Il Molise è la regione con il più basso ricorso al tempo pieno (soltanto l’1,3 per cento delle classi è a tempo pieno) seguita dalla Sicilia (3,84 per cento) e dalla Puglia (3,98 per cento). Al contrario, in Lombardia il 43,4 per cento delle classi è a tempo pieno. Al Sud la Basilicata ha la percentuale più alta di classi a tempo pieno seguita dalla Sardegna che ha investito molto sul tempo pieno, passando dal 19,3 per cento del 2008 all’attuale 36,8 per cento di classi.
Un altro fattore che si è rivelato importante nell’assicurare maggiore efficienza all’organizzazione scolastica, dicono Peragine e Fontana (2011), riguarda la dimensione media delle classi. Nelle Marche, in Liguria e in Toscana si registrano effetti sistematici positivi che tendono ad accrescere il numero di alunni per classe. Questi possono essere attribuibili alle politiche seguite dagli Uffici scolastici regionali oppure alla qualità delle strutture scolastiche. Come si può vedere nella Tabella la Sardegna ha la percentuale più alta (11,49) di docenti per 100 alunni ma è sotto la media per i docenti di sostegno. Nel rapporto alunni/classe la Sardegna è inferiore alla media, 16,75 rispetto a 18,69.