Seguendo la linea d’analisi della ricerca Pisa vediamo, sempre per la nostra lista di paesi europei, le altre variabili che possono influire sulla performance in matematica degli alunni di 15 anni. La seconda variabile che prende in considerazione Pisa è la spesa in istruzione per studente che, come abbiamo visto, spiega la varianza della media della performance in matematica degli studenti per il 30 per cento e per il 17 per cento per i paesi Ocse. Nell’analisi la Grecia non sarà presa in considerazione perché manca il dato sulla spesa media per studente.
Anche sulla spesa per studente l’Italia è agli ultimi posti con un valore ben al di sotto della media (tabella spesa per studente). Dall’analisi dei dati la correlazione tra le due variabili è bassa (0,31) e la relazione non è statisticamente significativa. Infatti notiamo paesi con una spesa per studente inferiore alla media, o poco al di sopra, ma con performance in matematica superiori.
Secondo quanto riportato dall’analisi Invalsi del rapporto Pisa, tra il 2001 e il 2010, la spesa per studente è cresciuta nella maggior parte dei Paesi Ocse. Durante lo stesso periodo, tuttavia, la spesa cumulata per studente dai 6 ai 15 anni di età è diminuita dell’8 per cento in Italia, con una riduzione di risorse concentrata soprattutto verso la fine del periodo. Riduzioni della spesa sono state riscontrate anche in Islanda e Messico.
È necessario sottolineare, continua il rapporto Invalsi, che dopo una determinata soglia di spesa cumulata (circa 50.000 dollari) il rapporto tra spesa per studente e risultati non è più evidente; ciò vuol dire che dopo quella soglia aumentare la spesa per studente influisce in maniera blanda sui risultati ottenuti dagli studenti. Per esempio, Italia e Singapore hanno entrambe speso circa 85.000 dollari per allievo dai 6 ai 15 anni, ma laddove l’Italia ottiene 485 punti in matematica nell’indagine Pisa 2012, Singapore ne ottiene 573. Peraltro, Italia e Norvegia hanno livelli simili di risultati (rispettivamente 485 e 489 punti) ma livelli molto diversi di spesa (la spesa per studente in Norvegia è di circa 124.000 dollari).
Il dato analizzato va preso con le dovute cautele perché la spesa in istruzione per singolo studente non va analizzata come un’unica voce ma bisogna vedere come questa spesa è ripartita da paese a paese. Ricordiamo che la voce comprende spesa in infrastrutture, spese amministrative e personale, sussidi e altre tipologie di spesa. La quota di queste voci cambia da paese a paese e per questo motivo l’analisi dovrebbe essere condotta prendendo in considerazione la tipologia di spesa che più influisce sul rendimento degli studenti.
Nel campione di paesi europei della nostra analisi la spesa per studente spiega solo il 10 per cento della varianza della performance in matematica degli studenti. Questo può essere dovuto al fatto che abbiamo utilizzato un campione più piccolo, circoscritto ai paesi europei. Possiamo ipotizzare, in base a quanto detto prima, che per i paesi in via di sviluppo, rispetto a quelli sviluppati, aumentare la spesa in istruzione per studente influenza maggiormente la variazione positiva della performance in matematica degli studenti. Andrebbe comunque fatta un’analisi più approfondita scorporando i capitoli di spesa.